EDDA – Ascesa e caduta di una figlia ribelle

Liberamente ispirato alla vita di Edda Ciano Mussolini
di e con Chiara Migliorini
regia Gianfranco Pedullà
musiche Francesco Giorgi
disegno luci Gianni Pollini
scenografie Giovanna Mastantuoni
costumi Veronica Di Pietrantonio

Il testo Edda di Chiara Migliorini è una specie di “anatomia del fascismo”: fascismo inteso come una costruzione politica e mentale di una pratica di potere che ha condizionato a lungo la vita pubblica e privata degli italiani; e che – ancora oggi – periodicamente si riaffaccia alla ribalta con le sue ideologie, strutture, sigilli di fierezza, ostentazioni di conquiste. Freud ha definito il fascismo e la sua ostentata modernità come ”ritorno al passato, al capo/padre del branco che chiede fiducia cieca ai figli”. All’interno della costruzione del fascismo italiano si muove la figura di Edda Mussolini, primogenita del Duce, donna di mondo, icona di stile, incline alle passioni, carica di un magnetismo seduttivo e al tempo stesso di una fragilità tale da non sentirsi mai nel posto giusto. La drammaturgia testuale e musicale originale e la messa in scena di Edda tratteggiano la figura di una donna senza pace e in eterno incontro/scontro sentimentale/ideologico con il padre, il marito Galeazzo Ciano e la società che lei stessa rappresenta. Una donna che crede nel potere: pronta a spiccare il volo, si nutre degli ideali di sfida, forza, superiorità. Edda è anche il simbolo di un sistema che crolla su sé stesso: una donna che aspira a volare alto senza valutare il rischio della caduta, in nome di un amore smisurato, cieco e fanatico. Oggi cosa cerca chi aspira al potere? E oggi quanto sono presenti quei neri fantasmi di ieri, con i loro ideali infranti che credevamo seppelliti nella cenere, dalla quale rialzano periodicamente la loro macabra testa?

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