UNO SPAZIO CIVILE

 

Quando l’arte comica di Maria Cassi richiamerà la figura di Luciano Bianciardi, quando il testo di Stefano Massini rievocherà la limpidezza intellettuale di Anna Politkovskaja e le parole di Edoardo Erba giocheranno ironiche sulla crisi dei teatri che qualcuno trasformerebbe in supermercati. Quando Silvia Frasson ci avrà restituito poeticamente la figura della partigiana Gabriella degli Esposti e Gianfranco Berardi avrà fatto volare ancora Modugno, quando il progetto Resi_dance con il Festival di Paola Vezzosi avrà fatto incontrare la danza contemporanea con la Vita nova di Dante e con gli attualissimi testi di Agota Kristòf e Raymond Carver; mentre i nostri musicisti ci accompagneranno in un poetico viaggio da Napoli a Buon Aires. Allora, forse, vivremo il teatro come uno spazio civile, un luogo dove le generazioni, i linguaggi, le culture s’incontrano, si confrontano e si influenzano reciprocamente, creando occasione di vita intensamente collettiva e migliore: a quel punto, guidati dal circo musicale di Nando e Maila, le donne e gli uomini, i grandi e i piccini e le altre identità potranno danzare gridando “NO” a chi ci propone una nuova barbarie.

 

Gianfranco Pedullà 

Programma Stagione Teatrale 2023-24

ottobre – dicembre

  • venerdì 13 ottobre ore 21

 

Maria Cassi e Leonardo Brizzi

LA SOLITA ZUPPA

di Luciano Bianciardi

regia Riccardo Rombi

una produzione Catalyst Associazione Culturale
Ricordare Bianciardi con un sogno che ne contiene altri, flash che come in un viaggio onirico emergono da una nebbia esistenziale, vivida, lasciando allo spettatore, come a volte accade dopo il risveglio, per un breve attimo, il dubbio che l’esperienza vissuta sia stata reale e meno. Maria Cassi e Leonardo Brizzi, con la loro straordinaria capacità di leggere l’umano in chiave surreale, ci guidano in questo sogno, che come un treno è fatto di vagoni, divisi in compartimenti, che contengono posti
nei quali, più o meno consapevolmente, siamo seduti.

 

  • venerdì 20 ottobre ore 21

Compagnia La Maschera di Dioniso

DONNA NON RIEDUCABILE

di Stefano Massini
con Cristina Bacci e con Filippo Magazzini

regia Raffaella Afeltra

Anna Politkovskaja era una giornalista russa con origini ucraine. Dal 1998 è stata gli occhi e la voce della seconda guerra in cecenia. I suoi libri, i suoi trattati e i suoi articoli sono ostinati e incalzanti. Anna Politkovskaja è stata uccisa nell’ascensore del suo palazzo, mentre rientrava con la spesa il giorno del compleanno del Presidente Vladimir Putin. Un’esecuzione. Di Anna non ci resta solo la sua lapide in Russia, un giornale crivellato di colpi, ci resta la determinazione, la forza di una vita dedicata alla verità e alla forza di denunciare ed opporsi. L’attrice Cristina Bacci ci accompagna in una realtà scomoda e prepotente fino a conoscere la donna che non si è mai nascosta, che non si è mai arresa.

 

  • venerdì 27 ottobre ore 21

Teatrino dei Fondi

MURATORI

di Edoardo Erba
con Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda regia Enrico Falaschi

Una commedia divertente, un testo ventennale, scritto nel 2002, oggi sempre più attuale. In un’ambientazione notturna, due muratori fanno irruzione in una sala teatrale in disuso per chiudere con un muro il palcoscenico, e per allargare, su incarico dell’unico proprietario, gli spazi del contiguo esercizio commerciale. Il lavoro, ovviamente abusivo, va fatto in fretta e in silenzio. Uno spettacolo comico e al tempo stesso serio e poetico che ci fa riflettere sulla difficile condizione attuale del teatro, che senza troppe remore, talvolta, può essere distrutto per dare spazio a qualcosa di più utile…

  • venerdì 3 novembre ore 21

Teatro Metastasio di Prato

Questa splendida non belligeranza – Una storia così, poi così e infine così

di Marco Ceccotti
con Giordano Domenico Agrusta, Luca Di Capua, Simona Oppedisano regia Marco Ceccotti  
SPETTACOLO VINCITORE INBOX 2022

  • Commedia moderata sul devastante quieto vivere. Un figlio, un padre, una madre. 

Le loro giornate sono un susseguirsi di abitudini rassicuranti, piccoli rimpianti, sogni rimandati, traumi ricercati e insalate poco condite. Vorrebbero odiarsi, non molto, quel tanto che basta per essere persone normali, ma è difficile odiarsi per chi non è mai riuscito a dirsi neanche un “ti voglio bene”. I tre vivono in uno stato di tranquillità e pace che li sta distruggendo. Un’esistenza fondata sul non detto, sul non fatto, sul non essere abbastanza, sul non sapersi, sul non riuscire. 

 

  • venerdì 10 novembre ore 21 

Silvia Frasson 

Poveri noi – storia di una famiglia nella tragedia della guerra 

di Silvia Frasson, regia Andrea Lupo
una produzione Teatro delle Temperie

Lo spettacolo racconta la storia della famiglia di Gabriella Degli Esposti, Partigiana Medaglia d’oro al Valore Militare; ma in realtà racconta la storia di una famiglia qualunque in un qualunque momento storico, vittima di una qualunque guerra in un qualunque paese del mondo. Questa è una storia raccontata con estrema Semplicità (la lettera maiuscola è fortemente voluta). La connessione emotiva che si crea tra la protagonista e il pubblico è assoluta, grazie alla scelta di sgombrare la scena da ogni altro tipo di distrazione e lasciare spazio alla magistrale interpretazione di Silvia Frasson capace di mostrarci da sola – come già ci ha abituato nei precedenti lavori – non solo un’intera serie di personaggi, ma un intero mondo che, tramite lei, ci si spalanca davanti.

  • venerdì 17 novembre ore 21

Compagnia Berardi Casolari

Io provo a volare – omaggio a Domenico Modugno

di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
con Gianfranco Berardi, Davide Berardi voce solista e chitarra, Bruno Galeone fisarmonica, regia Gabriella Casolari

Lo spettacolo è una drammaturgia originale che, a partire da cenni biografici di Domenico Modugno, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia che cercano di realizzare il sogno di diventare artisti. Così fra racconto, musica e danza, accompagnati dalle musiche di Modugno, interpretate da chitarra e fisarmonica, si rivivono episodi della sua vita: i sogni, gli incontri, gli stages, le prove, la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a tornare. Il lavoro quindi, utilizzando la figura di Modugno come simulacro, rende omaggio agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e dello spettacolo in particolare, che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili.

  • 23 novembre ore 18 e 24 novembre ore 21

MOving STories Festival –  Festival di danza e letteratura – VII edizione

    • 23 novembre ore 18 Compagnia Borderline Danza “Collective trip: una questione di gender”COLLECTIVE TRIP: UNA QUESTIONE DI GENDER
      COMPAGNIA BORDERLINE
      Produzione Borderlinedanza 2018, MIC, Regione Campania, Ra.I.D.
      Festivals, Associazione Musicateneo UNIS 
      Concept, regia e coreografia: Claudio Malangone  Performers: Luigi Aruta/Alessandro Esposito, Adriana Cristiano, Pietro Autiero, Antonio Formisano, Alessia Muscariello, Giada Ruoppo e il pubblico se desidera intervenire Video: Checco Petrone Musiche: AAVV Costumi: Alessandro De Santis Disegno Luci: Francesco Ferrigno Responsabile produzione: Maria Teresa Scarpa Relazioni esterne: Hanka Irma Van Dongen  COLLECTIVE TRIP: una questione di gender è il titolo/contenitore del progetto di Borderlinedanza liberamente ispirato al bellissimo volume dell’;autore americano RAYMOND CARVER “Voi non sapete che cos’è l’amore” che raccoglie saggi, racconti e poesie. Lo stile asciutto, minimalista del contenuto, così come l’idea di tenerezza, compassione, scoperta, che si sperimenta in questa lettura, si pongono come denominatore comune e ispira il tema del lavoro sviluppato dalla compagnia. In particolare, partendo dalla necessità di esplorare, verificare e mettere in pratica nuovi modi di composizione e del mettere in scena, i performers (danzatori e pubblico che vuole partecipare all’azione) affronteranno il tema del gender, della trasformazione, dell’amore con lucidità e ambiguità attraversando significati e sensazioni e  cercando di mettere in discussione ciò che si prova e le certezze di chi osserva (così come recita il titolo della poesia dedicata a Bukowski che dà il titolo al volume). Con i loro agire e le loro storie si sfideranno i presenti a guardarsi dentro e volendo, a confessare/si l’inconfessabile seguire incontro col pubblico
    • 24 Novembre 2023 ore 18.00
      PADOVA DANZA PROJECT
      VITA NOVA I- VITA NOVA II
      Una creazione di Nicoletta Cabassi per Padova Danza Project
      Coreografia: Nicoletta Cabassi
      Musiche: Gavin Bryars e musica elettronica
      I danzatori in scena fanno parte di Padova Danza Project 2022 – corso di perfezionamento professionale diretto da Gabriella Furlan Malvezzi, riconosciuto dal Ministero della Cultura – Direzione Spettacolo dal vivo- affiancati da un Artista ospite. La coreografia si compone di due terzetti, uno femminile ed uno maschile complementari l’uno all’altro che attingono al ciclo pittorico dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni e a testi della più alta letteratura medievale: Dante Alighieri e Gioacchino da Fiore. “Vita Nova I”, da cui prende il nome il progetto coreografico, è il titolo di una delle prime opere di Dante Alighieri. Esso ha diversi significati: in primo luogo può indicare la vita giovanile, ma ha soprattutto un significato più profondo, cioè quello di una vita rinnovata dalla presenza miracolosa dell’amore. L’;incarnazione e personificazione di Amore conferisce alle “donne gentili” una solennità sacrale che la coreografa traspone nella scrittura corporea. La figura femminile che chiude “Vita Nova” consegna un messaggio di speranza ma ad un altro grado di lettura potrebbe essere Beatrice.
      Vita Nova II – Si ispira alle TRE ETÀ DELL’UOMO e ai testi del teologo e scrittore Gioacchino da Fiore. Gioacchino da Fiore fu un monaco e teologo cistercense vissuto tra il 1100 e il 1200. Scrisse diversi testi di commento alle sacre scritture. Scomunicato dalla Chiesa, è ora invece in corso da tempo la causa per la sua beatificazione. Egli divideva la storia dell’umanità in tre età: l’Età del Padre, l’Età del Figlio e, infine, l’età dello Spirito Santo (l’età della consapevolezza e della crescita umana per il teologo). Il trio nasce proprio ispirandosi alle figure del Padre, Figlio e Spirito Santo, che sono incarnati in tre personaggi di età diverse. Le TRE ETÀ DELL’UOMO si sovrappongono idealmente ai 3 stadi umani. Il concetto di “;essere errante”; da cui tutto l’;impianto coreografico trae origine, viene distribuito e sviluppato seguendo l’iconografia medievale pittorica non senza chiare citazioni contemporanee, e segue una scrittura drammaturgica ciclica.
      COMPAGNIA DÉJÀ DONNÉ
      PINK LADY estratto
      Coreografia: Virginia Spallarossa
      Regia ed elaborazione musicale: Gilles Toutevoix
      con Dafne Secco
      produzione Déjà Donné con il sostegno di MIC
      progetto vincitore del bando MU.D
      per le residenze C.Re.A.Re della Regione Campania e del MIC
      Questo lavoro si ispira liberamente alla teoria del postumano della filosofa e femminista Rosi Braidotti. La sua posizione critica e l’enfasi visionaria del suo pensiero ha riposizionato le figure mitologiche scelte per questo progetto incarnandole in un processo mutazionale.  Il desiderio è quello di avvicinare le loro biografie; sradicandole dal mito e innestandole in un processo di ibridazione culturale legato alla complessità contemporanea. Aracne – la Superba, Circe – la Maga, Penelope – l’Astuta; una triade femminile dell’;essere moderno in cui si incarna la donna consapevole in chi e cosa voler divenire.
      Tre donne che tessono l’amore, la vita, la lussuria con le mani, con il filo sottile, con le trame della magia, cucendo i destini di uomini trattenuti da fili invisibili, ingannati, usati, amati, deliziati, aspettati. Soggettività intese come un “divenire” entità trasversali immerse nelle amplissime interrelazioni tra l’;umano, il mondo animale, quello naturale, geologico, lo sviluppo scientifico e tecnologico.  Una ri-contestualizzazione dei confini tra tradizione e innovazione attraverso la de-sacralizzazione del concetto di natura umana, come una nuova frontiera nella nostra cangiante e complessa relazione col mondo.
      DANCEHAUSpiù Centro Nazionale di Produzione della Danza
      MY DUTY, MY BROTHER
      di Paola Lattanzi
      con Barbara Allegrezza e Carmine Dipace

      Produzione DANCEHAUSpiù

      Il lavoro si ispira a “Il grande quaderno” di Ágota Kristóf. Sullo sfondo orrorifico della Seconda guerra mondiale, due fratelli, abbandonati dalla madre, temprano il loro corpo e la loro psiche a resistere alle prove più dure. Nel quaderno si allenano a scrivere ciò che vedono nel mondo, nella disperata ricerca dei protagonisti di una mitologica “verità dei fatti” che si mostri narrabile, di un ordine logico delle cose che aiuti a giustificare gli eventi e di un apparente equilibrio del mondo. Il tempo della narrazione è confuso. Le bugie della memoria sono spesso sopravvivenza: il loro è un ricreare una propria biografia per non sgretolarsi, per allontanare il dolore, per costruirsi una identità

      A seguire incontro col pubblico 

  • venerdì 1 dicembre ore 21

Teatro popolare d’arte

NapoliBuenosAires – omaggio alla canzone napoletana in tango

con Francesco Giorgi violino mandolino e pianoforte, Pamela Cerchi voce e percussioni, Stefano Montagnani chitarra, Pedro Judkowski voce e contrabbasso

La presenza italiana in Argentina è stata demograficamente e culturalmente decisiva. Ancora oggi, uno su quattro residenti della città di Buenos Aires potrebbe essere soprannominato “el tano”, termine derivante da “los napolitanos”, con cui gli argentini rinominarono gli immigrati italiani. Ed è proprio la passione del popolo napoletano che attraversando l’oceano incontra il calore argentino a dar vita al lunfardo, a balli e musiche malinconiche d’amore e immigrazione che daranno origine al tango. Napoli Buenos Aires vuole ripercorrere questo primordiale incontro tra culture attraverso la tradizione della canzone napoletana contaminata dai ritmi del tango e del folclore argentino che la accolsero, in una creativa connessione di mondi geograficamente così lontani ma con una matrice culturale ben comune.

  • 15 dicembre ore 21

Compagnia Nando & Maila

SONATA PER TUBI 

Circo Teatro Comico Musicale

sezione TEATRO PER TUTTI

di e con Ferdinando D’Andria, Maila Sparapani, Marilù D’Andria

Musica inconsueta o circo inedito? È il circo dell’invenzione. Cantato e suonato dal vivo, Sonata per tubi è uno spettacolo di circo contemporaneo che ricerca le possibilità musicali di oggetti ed attrezzi di circo, trasformandoli in strumenti musicali attraverso l’ingegno e l’uso della tecnologia.
“Ogni cosa che tocchiamo o facciamo emette suono: sia gli attrezzi di circo, che il palco, che noi stessi.”

INFO E PRENOTAZIONI: biglietteria@tparte.it – tel. 055 8720058 – SMS / WhatsApp +39 371 115 2940 – Teatro delle Arti, via Matteotti 8 – 50055 Lastra a Signa, Firenze 

Biglietto Intero 15€/ Ridotto 13€ over 65, soci Coop, soci ARCI, soci Biblioteca Comunale Lastra a Signa e Amici del Museo Caruso/ Ridotto 8€ under 26 / Tesserati Casateatro 11€/ Carnet 8 spettacoli 80€

Prevendite online su www.ticketone.it e nei punti vendita dei circuiti Boxoffice Toscana

TEATRO PER TUTTI spettacoli serali per tutte le generazioni al prezzo di 8€ per gli adulti accompagnatori e 8€ under 12.

Orari biglietteria Teatro: lun/mart/gio  9-16/ venerdì di spettacolo dalle 20

adminSTAGIONE TEATRALE 2023-24 | Prima parte